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Fascicolo 8 | 2018
I. Perspectives on terrorism
Abstract
L’articolo presenta i gap conoscitivi e gli step metodologici inerenti il processo di normazione delle azioni terroristiche in suolo urbano nell’ambito della progettazione strutturale di edifici ad uso civile. La necessità di una revisione dei codici di progettazione che includa la minaccia terroristica appare cogente alla luce della progressione, in numero e durezza, di attentati terroristici condotti nei confronti di soft target inseriti in contesti altamente urbanizzati di città europee, con la finalità di causare il maggior numero di vittime civili durante lo svolgimento di attività quotidiane. L’integrazione normativa della minaccia terroristica nella progettazione di opere ad uso civile richiede l’assolvimento di alcuni passaggi delicati. Infatti, la componente meccanica che caratterizza onde d’urto riconducibili ad esplosioni o impatti ad alta velocità è diversa rispetto a quella associata a carichi dinamici già noti e ormai consolidati nella progettazione di edifici civili quali il terremoto (e piu raramente il vento). La diversità della minaccia si ripercuote nella diversità della reazione che i differenti carichi dinamici provocano sull’ opera, rendendo necessario un ripensamento delle verifiche attualmente richieste nell’ambito della progettazione strutturale ma anche dello stesso approccio alla progettazione antisismica rispetto all’attacco terroristico. Ma soprattutto l’unicità fenomenologica della minaccia terroristica rispetto al target da progettare risiede primariamente nella funzione sociale della distribuzione ed interazione spaziale del tessuto urbano in cui esso è inserito, che l’attentato terroristico si propone specificatamente di disaggregare. Tale peculiarità rende necessaria la comprensione e successiva valutazione quali-quantitativa della funzione sociale del target e della dimensione sociale dell’attentatore nell’ambito della normazione della minaccia terroristica. D’altra parte, tale fonte di vulnerabilità intrinsica della maggior parte degli edifici in Europa può però assurgere alla funzione strategica di recuperare un’armonia urbanistica spesso dimenticata nell’Architettura della città moderna, affinché la progettazione del singolo edificio si compenetri nel valore umanista degli elementi urbanistici architettonici dove è inserito.
Keywords
Terrorism, city, urban, explosion, impact, earthquake, space of influence, attacker, target, input, space, social, humanism.
Daniele Maria Barone, Jihadists’ use of cryptocurrencies: undetectable ways to finance terrorism
Abstract
International Islamic terrorist organizations have become fully recognized actors of globalization, whit no borders to group their activities, except through their ideology, rooted in their interpretation of Islam. Their financial resources branch out in the management of physical territories, a global illegal network, organized or small crimes, extortions, donations and they are more and more shifting in the online realm. Indeed, modern financial tools and, in particular, cryptocurrencies, are covering an emerging role in terrorism financing and money laundering.
Starting from documented cases of jihadists’ use of cryptocurrencies and the most recent developments either in global Islamic terrorism or in modern finance, this paper is aimed at analysing where institutions should intervene in this field and which aspects should be accurately monitored in order to prevent terrorists’ illegal use of such an innovative financial resource as cryptocurrencies.
Keywords
Terrorism, jihad, Financing, Cryptocurrency, bitcoin
Esther Forlenza, Woman in Islamic terrorism: history, roles, data and analysis
Abstract
La presenza delle donne nel terrorismo islamico è stata rilevata da differenti studiosi tuttavia dalla letteratura è emerso un gap conoscitivo sulle concrete funzioni assunte da quest’ultime.Lo scopo di tale ricerca è quello di comprendere quali sono i ruoli rivestiti dalle donne, se vi sono differenze di ruolo tra le donne affiliate Al Qaeda e al Daesh e quali sono le variabili intervenienti rilevanti. Lo studio qualitativo è stato condotto su un campione di 176 donne. La prima parte della ricerca evidenzia, per ogni ruolo emerso, le influenze socio-relazionali che ne hanno determinato l’acquisizione. La seconda parte dello studio si focalizza sull’analisi della semiotica di due riviste sorte a seguito della nascita dello Stato Islamico con l’obiettivo di comprendere se e in che termini la propaganda online abbia promosso la mobilitazione femminile. I risultati ottenuti dallo studio hanno evidenziato che vi è stata sia una graduale implementazione nonché diversificazione del supporto femminile con l’avvento del Daesh.
Keywords
Women, Islamic terrorism, roles, socio-relational influences, propaganda, Daesh.
Abstract
Il periodo compreso tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 ha visto il passaggio di Stato Islamico (IS) da organizzazione protostatuale a insurrezione diffusa. Diviene quindi ora necessario considerare la minaccia presentata dal “nuovo IS” e più in generale dall’influenza che questi ha avuto e ancora esercita sull’estremismo violento, come pure nelle nostre società. Il presente contributo si focalizzerà sulla dimensione operativa dell’eredità di IS, declinata nella sua divisione tra scuola e metodo all’interno di società altamente mediatizzate.
La prima si sostanzia in una linea diretta tra l’organizzazione e i suoi proseliti, un continuum ideologico-operativo che raccogliendo il know-how maturato nel corso della sua esistenza intende proseguirne la guerra; la seconda intende sfruttare tale esperienza operativa, aperta a chiunque voglia raccoglierne le best practices per raggiungere scopi non necessariamente legati a una ideologia. Tale metodo segna quindi una transizione dall’”open source jihad” a un più ampio “open source extremism”1, segnando una fase di attentati e minacce con cui confrontarsi potenzialmente contemporanea e/o parallela a quella jihadista.
Keywords
Stato Islamico, Daesh, legacy, eredità, estremismo violento, comunicazione, propaganda, new normal.
II. Perspectives on security
Andrea Beccaro, Contemporary irregular conflicts: new and old ideas
Abstract
Contemporary international system is at a political turning point due to security issues partially related to the concept of irregular warfare. Over the last three decades, several theories have emerged around the idea that war has changed and should no longer be considered in some areas and contexts state versus state. The goal of the essay is to analyse the nature of contemporary irregular warfare, showing, on the one hand, the continuities of the current debate with old strategic ideas (mainly related to the notion of insurgency) and, on the other hand, its consequences for politics and security.
Keywords
Irregular Warfare, Transformation of War, Security Studies, Hybrid Warfare, Terrorism.
Abstract
Questo articolo focalizza la sua attenzione sul concetto di intelligence economica in Francia. Dopo la guerra fredda, i mercati hanno assunto una maggiore importanza nel determinare le relazioni tra i paesi; tuttavia, è stato necessario molto tempo affinché le l’élite francesi si rendessero conto dell’esistenza del concetto di guerra economica e della necessità di sviluppare un autonomo concetto di intelligence economica. Grazie ai contributi fondamentali di C. Harbulot, P. Baumard e della Scuola di guerra economica l’espressione “intelligence economica” è entrata ufficialmente nel dibattito pubblico francese.
Keywords
Economic Intelligence, Economic Warfare, Intelligence Culture, Information; Globalization.
Francesco Balucani, La guerra civile dello Yemen. Emblema dei conflitti moderni
Abstract
Nelle regioni sudoccidentali della penisola arabica, affacciato sul Mar Rosso e sul Golfo di Aden, v’è un paese, lo Yemen, che da quasi quattro anni è oppresso dalla guerra. Una crisi silenziosa e invisibile, aggravata da una delle peggiori catastrofi umanitarie della storia recente. Questo conflitto s’inserisce appieno nel pensiero di quanti, dalla fine dell’era bipolare, hanno concorso alla ridefinizione dell’intera fenomenologia della guerra in chiave post-clausewitziana. La trattatistica atta a descrivere le peculiarità della guerra non convenzionale e dei conflitti asimmetrici offre una valida lente interpretativa attraverso cui osservare, analizzare e spiegare la guerra civile dello Yemen, che può esser definita, a ragione veduta, l’emblema dei conflitti moderni.
Keywords
Medio Oriente, guerra civile dello Yemen, nuove guerre, guerra non convenzionale, guerra asimmetrica, stato fallito.
Middle East, Yemeni civil war, new wars, asymmetric warfare, modern warfare, failed state.
Abstract
Negli ultimi anni, con l’intento di far luce sui fattori contestuali che si correlano positivamente alla presenza di specifiche categorie di reati, vi è stato un crescente interesse nello sviluppo di tecniche che utilizzino programmi di analisi spaziale per identificare le aree in cui la criminalità si manifesta maggiormente. Una di queste è sicuramente la metodologia denominata ‘Risk Terrain Modelling’ (RTM) (Caplan et al., 2010), orientata ad un’analisi strategica del contesto entro cui si potrebbero verificare i futuri reati, integrando al suo interno elementi concettuali provenienti dalla criminologia ambientale, come ad esempio quelli di ‘criminogenic triggers’ (elementi scatenanti), per individuarne le aree di maggiore concentrazione e diffusione. A questo proposito, il presente studio si è proposto di approfondire l’efficacia predittiva del RTM attraverso un case study: i furti in abitazione nella città di Ancona. Affiancandosi all’evidenza empirica della preesistente letteratura, i risultati di questa ricerca dimostrano che i luoghi dove si concentra lo spaccio di droga, la prostituzione ed infine i bancomat renderebbero possibile prevedere fino al 72,5% dei furti abitativi nei primi quattro mesi del 2018, identificando l’87% delle aree urbane comunali prospetticamente vulnerabili. Inoltre, questo studio dimostra che, anche in uno spazio ristretto, gli stessi fattori di rischio possono combinarsi in modi diversi, dando luogo ad aree di rischio variabile nel corso del tempo. In aggiunta, questi risultati forniscono una base informativa piuttosto efficace da mettere al servizio sia della comunità locale sia delle strategie di polizia mirate a breve e lungo termine contro l’illecito urbano legato sia ai furti in abitazione che alla criminalità in genere. Un approccio simile potrebbe anche fornire agli operatori, ai responsabili delle politiche e agli amministratori locali un supporto significativo per comprendere e contrastare anche altre forme di comportamento criminale da parte di bande o gruppi antisociali. Infatti, garantirebbe l’applicazione del RTM sotto forma di predictive policing inteso come una strategia di prevenzione del crimine e/o tattica di polizia che utilizza informazioni e sviluppa analisi avanzate per la previsione delle zone a più alta densità criminale in ambito cittadino.
Keywords
RTM, GIS, Risk, Prevention, Crime, Ancona.
III. Perspectives on resilience
Alessandra Peverelli, Theorical studies and practical approach on measuring urban resilience: the Mariana (MG) case study
Abstract
Faced with a world in which the number of people living in the city is increasing, the theme of urban resilience becomes central. However, we are faced with numerous definitions that contribute to making a general evaluation process difficult, creating different models based on different interpretations of the term. In this study, different models of urban resilience evaluation will be presented and confronted, the ones produced by scholars or private organizations. Starting from this comparison, one of the model, the one of Cutter et al. (2008), will be used for analysing the case of Mariana (MG). The dam collapse, one of the worst environmental disaster in Brazil, caused damages in two States, along the course of Rio Doce, spreading pollutant for over 600 km. A final evaluation is carried out considering 6 different dimensions – ecological, social, economic, institutional, infrastructural and community – each of them divided into multiple variables.
Keywords
Urban resilience, complex systems, practical measurement, urban resilience index.
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Fascicolo 7 | 2018
ESSAYS
Abstract
Il terrorismo di oggi è frammentato e globalizzato e successivamente all’avvento dell’autoproclamato Stato Islamico (ISIS) è divenuto multipolare, estremamente dinamico ed in costante cambiamento. All’interno di questo quadro bellico la cosiddetta Information Warfare diviene sempre più primaria, per questo è essenziale approfondire lo studio dei network terroristici in funzione dei sistemi di comando e controllo. Questa ricerca tenta di fornire una maggiore comprensione del comando e del controllo utilizzando due casi di studio: gli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles compiuti e rivendicati da ISIS. Questo studio con l’applicazione della social network analysis (SNA) analizza la struttura funzionale e morfologica della rete che ha operato per l’attuazione degli attacchi. A tale scopo, i dati relazionali utilizzati per l’analisi sono stati raccolti attraverso un processo di open source intelligence. Utilizzando la SNA, l’analisi locale e globale ha rivelato che la rete antistante gli attacchi presentava un pattern molto simile ad una struttura ibrida, in altre parole un mix tra una struttura gerarchica tradizionale e un’organizzazione completamente connessa. Mentre, l’analisi funzionale ha rivelato l’esistenza di un sistema decisionale rigido e gerarchico all’interno del quale veniva esercitata la funzione di comando. Tale funzione è stata esercitata attraverso diversi key players che sono emersi dall’analisi come cruciali per l’architettura della rete e quindi per la pianificazione degli attacchi terroristici.
Keywords
Rete terroristica, ISIS, analisi delle reti sociali, comando e controllo, C2, attacchi terroristici di Parigi e Bruxelles, terrorismo.
Abstract
During 2017 the Islamic State (IS) had to cope with the fall of its main strongholds. Moreover, the crisis that followed the loss of Raqqa (October 2017) resulted in a huge drop of communication and propaganda materials. This resulted in an almost comatose state of the IS communication apparatus: the official propaganda was reduced dramatically after the fall of Raqqa and Marawi and it had to be kept alive by an “iron lung” consisted above all in the al-Naba gazzette and the Amaq Agency. Meanwhile, unofficial authors entered the fray with their own production, thus keeping IS communication active – although not at the same level as the official media majors – until late 2017 when IS climbed out of its crisis both on the quantitative and the qualitative levels. The analysis aims to delineate IS communication efforts from mid 2017 to early 2018 focusing in particular on the Inside the Khilafah video series. It tries also to look at the potential evolution of the IS state for what concerns its legacy and heritage and how this could enhance the threats posed not just by terrorism but by the wide spectrum of extremism.
Keywords
Islamic State, extremist communication, Inside the Khilafah, terrorism, Islamic State’s heritage
Virginia Cinelli, Radicalisation in Prison: The Italian Case
Abstract
L’avvento del terrorismo internazionale, l’emergere del fondamentalismo islamico e l’incremento dei flussi migratori regolari e irregolari hanno reso le carceri italiane zone ad alto rischio di radicalizzazione. Ad oggi non è, però, chiaro in che modo e perché questo accada. Attraverso un’analisi accurata della realtà carceraria in Italia, il seguente paper ha studiato il fenomeno della radicalizzazione in Italia, identificando quattro variabili che tendono a favorire tale processo: il livello di frustrazione dei detenuti, le problematiche organizzative (quali, sovraffollamento, scarsità di personale e assidui trasferimenti di staff e detenuti), l’esposizione dei detenuti a idee radicali e, infine, l’adozione di inappropriate misure anti-radicalizzazione da parte delle autorità italiane.
Keywords
Islamic extremism, Italy, Prison Radicalisation, Penitentiary System, estremismo islamico, Italia, radicalizzazione, sistema penitenziario.
ANALYSIS AND COMMENTARIES
Abstract
La stabilità e la sicurezza delle infrastrutture critiche all’interno dell’Unione Europea si basa sulla definizione di queste ultime proposta dalla Commissione europea con la Comunicazione numero 704 del 2004, sul Programma Europeo per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (EPCIP) lanciato nel 2006 e sulla Direttiva inerente la Sicurezza delle Reti e dei Sistemi Informativi (NIS) del 2016. Questi pilastri della sicurezza delle IC hanno tuttavia dato vita ad un sistema frammentato caratterizzato da soluzioni nazionali tra loro assai eterogenee e da istituzioni incapaci di garantire un controllo in tempo reale degli scenari o una gestione efficacie delle minacce potenziali. Analizzando la situazione venutasi a creare, questo articolo desidera far notare che le autorità preposte alla sicurezza delle infrastrutture, il cui funzionamento è oggigiorno in massima parte garantito da sistemi cibernetici, devono adottare una strategia di costante presenza nel dominio cyber e, implementando il principio di sussidiarietà, prevedere una cooperazione a livello sovranazionale che possa, anticipando i problemi, garantire la stabilità delle IC di rilevanza regionale. Solo autorità regionali, ove queste risultassero necessarie a causa dell’interdipendenza infrastrutturali di diversi Paesi, potrebbero agire in tempo reale manipolando a proprio favore gli eventi cibernetici ovvero gestendo al meglio la resilienza delle IC.
Keywords
Aubsidiarity, critical infrstructures, cyberdefence, constant presence, common market
Martina Scrivani, Western Balkans: a link between arms trafficking and terrorism
Abstract
The connection between Western Balkans and Daesh is real, still represent a huge problem and it is related to the big amount of arms trafficked every year, by criminal groups or local governments, directly or thanks to the collaboration of third countries, as Saudi Arabia, Turkey and United States, whose provide armaments to certain Syrian supported groups of fighters. Facts demonstrate that the same military equipment risk to be diverted to jihadist groups, or Daesh affiliates, through different pipelines: on the battlefield, due to corrupted functionals, or by thefts.
The arms trade has not only an “illegal aspect” but also a “legal” one, as most of the States who were part of former Jugoslavia, are now involved in a business without precedent. Lots of the old communist stockpiles have been rehabilitated and the arms industries work a full regime to meet the market demand.
The main importer is Saudi Arabia, who do not compare in any “black register” of arms and who can reroute the armaments to Syria or Yemen.
The threat is not only rectricted to conflict areas, as Syria and Iraq, but concerns also the European Community itself, in particular for the alarming presence of the so-called “lone wolves”, able to spread panic and death.
European authorities are trying to take measures to counter terrorism in all its forms, but this struggle still affects the region and its citizens.
Keywords
Western Balkans, arms trafficking, jihadism, terrorism, Daesh.
Abstract
In the last decade, Europe has been affected by an unprecedented migratory flow: millions of people fleeing civil wars, poverty, persecution and continuing violations of fundamental human rights have crossed European borders in search of better living conditions. Europe, which does not provide for the possibility of legal entry for asylum seekers, has responded to the humanitarian crisis by increasing controls at external borders and implementing agreements with countries such as Turkey and Libya, with the aim of reducing arrivals. The impossibility to enter legally in the European territory has meant that migrants are forced to turn to networks of human traffickers who, in agreement with the criminal gangs in the European destination countries, take care of the journey and the subsequent exploitation of migrants. The implementation of long-term solutions in Europe, combined with development programs to improve the living conditions in the countries of origin, are necessary to make migration a safe phenomenon, both for host countries and for the thousands of victims of conflicts and environmental disasters.
Keywords
Migration, trafficking, exploitation, criminal networks.
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Fascicolo 6 | 2017
ESSAYS
Barbara Lucini, Critica della radicalizzazione pura. Forme ibride di radicalizzazione estremista
This paper focuses on the analysis of the concepts and forms of radicalisation which lead peo¬ple to join or adhere to a specific extremist group.
The analysis has been carried out according to a secondary data analysis, providing interesting insights on the way the concept of radicalization can be understood.
Specifically, the analysis considers three forms of radicalization: organized terrorism and polit¬ical extremisms; hate crime and alternative movements.
All these three sociological groups cannot be considered such as a single social phenomenon without interconnection with other types of groups, but there is the possibility that many of them could be interrelated, making possible what has been defined “hybrid radicalization”. The findings of this preliminary research lead to a new scenario and approaches in understand¬ing the current extremist backdrops.
Key-Words:
Radicalisation, political extremisms, terrorism, hate crime.
Luca Bregantini, Graffiti warfare of the Islamic State in the Western urban places
The jihadist propaganda of the Islamic State takes advantage of many creative solutions, ranging from social networks and other web strategies to more traditional media. Sociologists, psychologists and most analysts investigating this matter have focused their attention on the Internet, neglecting the role of informal visual communication in urban context. The main goal of this contribution is to offer a scenario of ISIS graffiti role, focused in the western countries and to test the hypothesis that ISIS graffiti represent a weak signal of dangerous radicalization. I present a wide open ISIS graffiti inventory in western urban places. I analyze graffiti localization – from a geographical and a territorial point of view – graffiti language, and graffiti content, both textual and iconic. The analysis of almost eighty cases of western ISIS graffiti presents many interesting findings. Shortly the ISIS graffiti scenario presents mostly spray-vandalic writings and show aggressive messages against the western democracies and communities. Intriguingly, regression analysis suggests that the appearance of ISIS is a warning indicator of dangerous radicalization and a weak predictor of possible terrorist attacks under specific conditions.
Key-Words:
Graffiti warfare, Islamic State, ISIS graffiti, propaganda, weak signals
In recent years some of the most visited destinations in South Mediterranean such as Egypt and Tunisia have been targeted by a series of terrorist incidents that attacked symbolic spots of tourism industry such as museums, resorts, heritage sites and airports. As a consequence of the attacks the number of visitors have drastically fallen and tourism sector plunged into crisis. In order to cope with the loss of tourism demand, the authorities of those countries have taken a series of security measures in order to ensure the visitors’ safety in the most visited spots. Such security measures have been accompanied by a series of marketing campaigns aimed at reducing the risk perception by promoting a sort of “vicarious” resilience.
Through the sociological and semiotic analysis of the elements that characterize the main marketing campaigns lead by Tunisia affected by terrorism attacks in recent years, the present article highlights the communication strategies adopted for restoring the image of the safe destination and by doing so attract new flows.
Key-words:
Tourism, Terrorism, Communication, Travel safety, Resilience
ANALYSIS AND COMMENTARIES
Laris Gaiser, Critical infrastructures and cyber security: a fundamental economic intelligence issue
Global competition based on economic intelligence must be aware that critical infrastruc¬tures are the prerequisite for a state’s stability and competitiveness. In Italy, in spite of the openings of Law 124/2007, the implementation of an economic intelligence policy that can help the country to regain international competitiveness, has not yet been implement¬ed. However – despite the lack of a systemic approach – the decision makers have shown interest for cyber security sector. This article seeks to emphasize how the defense of critical infrastructures is connected to cyber security and how it should always be drawn on national priorities given the lack of a standard definitions of critical infrastructures at international level. Cyber threats are multifaceted and each state must handle it according to its own pri¬orities and according to its own institutional framework. With the Gentiloni Decree dated February 2017, the government has entrusted Security Intelligence Department (DIS) with the task of managing vulnerabilities and establishing the necessary collaboration for greater country-system resilience.
Key-words:
economic intelligence, critical infrastructure, cybersecurity
In the last few years a growing attention on illicit antiquities has risen from the white towers of the academic world to the wide public. The Islamic State (IS), as well as other terroris¬tic and insurgent groups, exploited the cultural heritage at their disposal both as a tool of propaganda and a source of income. However, they could count on a solid network in the region that has been in the business for decades now. This leads to the question: how do such networks work?
The aim of this article is to shed light on the illicit market of art and specifically antiquities, with particular focus on the structures, agents and techniques of the various criminal orga¬nizations and dealers in the field. This will be done by giving practical examples for each dimension analyzed, from low-level so called “tombaroli” (grave robbers and alike) to power¬ful international dealers, from the trenches of war-thorn countries to the highest skyscrapers of the industrialized world.
Moreover, since the “great raid” against MENA region antiquities is facing one of the most brutal pages of its history, an analysis of the Islamic State “department of antiquities” and modus operandi will be given. Finally, the study will provide indicators for a better under¬standing of this complex phenomenon and the menaces that threat our society.
Key-words:
patrimonio culturale, traffico illecito, antichità, Stato Islamico
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